Covid, cure precoci e la soluzione finale

Ci hanno messo solo due anni, 150.000 mila deceduti, centinaia di migliaia ospedalizzati, terapie intensive in crisi. Novanta Milioni di dosi di sieri sperimentali inoculate a cicli, decessi da vaccino, trombosi ,miocarditi e pericarditi, paresi e reazioni avverse risolvibili e non. Mesi di confinamenti, limitazioni, green pass, obblighi, multe, sospensioni di stipendio e privazione di lavoro, economia in ginocchio, discoteche e teatri completamente paralizzati. Ma poi, in qualche modo, gli esperti ci sono arrivati: come per una normale influenza, bastava somministrare l’aspirina, in fase precoce, per abbattere del 90% il ricorso all’ ospedalizzazione”! Bastava rivolgersi ad un farmacista di paese, ed invece ci sono voluti due anni di studio per arrivare a queste sconcertanti conclusioni. Sono queste le conclusioni cui, dopo appena due anni, ha finalmente condotto uno studio clinico del Mario Negri di Milano.  Si sarebbe, così, immediatamente fermata la giostra mediatica su cui regge la psicosi emergenziale di massa più lunga della storia dell’umanità. Il direttore dell’istituto Mario Negri è chiaro: “la capacità degli antinfiammatori di fermare la malattia Covid ai primi sintomi è ormai documentata in modo convincente nella letteratura”. Noi abbiamo prodotto due studi al riguardo – ha chiarito il dottore Remuzzi all’AdnKronos – e anche altri lavori condotti altrove nel mondo confermano i nostri risultati: indicano cioè che si può ottenere una riduzione molto importante della severità della malattia e dell’ospedalizzazione. Prosegue Remuzzi: “Noi utilizziamo nimesulide e ibuprofene, o aspirina per chi è intollerante ai primi due. Poi c’è un altro studio pubblicato su ‘The Lancet’ relativo a uno spray nasale, un preparato anti-asma, che ottiene gli stessi risultati dei nostri lavori: una riduzione molto importante della severità della malattia e dell’ospedalizzazione. Il direttore dell’istituto di ricerca non manca di evidenziare anche gli straordinari effetti della indometacina, un antivirale, presente in commercio a bassissimo costo, nella cura di tali forme di infezioni respiratorie.

Una confezione di indoxen capsule costa, al banco, 4 euro. Migliaia di medici, docenti ed operatori sanitari sono stati sospesi dall’esercizio della professione per non essersi piegati ad un antiscientifico ed iniquo obbligo vaccinale. Hanno sostenuto da sempre, questi reietti, l’esistenza di terapie domiciliari efficaci. E, soprattutto hanno lamentato che, sebbene travestita da green pass, la somministrazione obbligatoria di farmaci sperimentali alla popolazione, in presenza di cure alternative efficaci, costituiva un crimine contro l’umanità definito tale dal dal codice di Norimberga. Le circolari ministeriali di Speranza raccomandavano invece altre mirabolanti linee guida, cui i medici, ossequiosi ai desiderata del potere piuttosto che all’agire in scienza e coscienza, si sono uniformati : tachipirina e vigile attesa, ovverosia Addà passà a nuttata! E si intasavano ospedali, terapie intensive e obitori. E adesso chi lo dice a quei psycociarlatani che pervicacemente si ostinano a condizionare l’esercizio delle libertà fondamentali al rilascio del passaporto a punti? Una dose? vai dal divano al cesso. Due dosi? cappuccino al bar e pizzetta al ristorante. Con tre dosi, se sei bravo, una vacanza premio a Rimini e Cesenatico., con bonus e green pass compreso per tutto il soggiorno. Inghilterra, Spagna, Olanda. Irlanda e Danimarca stanno revocando ogni residua limitazione ancora esistente. Altrove in Europa hanno già revocato tutto da tempo. La soluzione finale che persegue, invece, il governo capeggiato dall’usuraio di Francoforte qual’è? Preservare la salute degli italiani a colpi di dosi, o ridurre allo stremo quel che ancora resta dell’economia, per svenderci ai filantropi di Davos?

Carmine Ippolito

i componenti di vertice del regime nazista che nel 1942
presero parte alla conferenza di Wansee per decidere le
sorti della questione ebraica

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