Il sistema

Il ministro dell’interno impedisce lo sbarco di irregolari, giammai di naufraghi che sono un’altra cosa, tentando di interromperne l’invasione. La magistratura lo attacca, mettendo sotto processo il ministro sebbene quest’ultimo abbia agito in osservanza delle disposizioni di legge, nell’esercizio delle sue prerogative e nell’interesse della Nazione. Parti della magistratura, interferendo nelle attività di governo e nel confronto politico, agiscono dichiaratamente sovvertendo l’ordine costituzionale e la tripartizione nella separazione dei poteri su cui fonda lo stato di diritto. Ed altre parti della magistratura, pure avendone l’obbligo, non impediscono che l’azione sovversiva venga posta in essere dalla magistratura “deviata”. Le attività finalizzate ad impedire ad un membro del governo l’esercizio delle sue funzioni configurano il reato di attentato ad un organo dello stato che, in quanto reato contro la personalità dello stato, appartiene al novero dei reati per i quali vige l’obbligo di denunzia anche da parte del privato cittadino. Il Capo dello Stato, quale Presidente del Consiglio superiore della magistratura e quale supremo garante della costituzione, non interviene. Il Presidente non vede, non sente e non parla. Cosa sarebbe accaduto se un magistrato avesse impedito ad un ministro dell’interno di sinistra, illuminato, progressista di porre in essere atti nell’esercizio delle sue funzioni, manifestando nei confronti del membro del governo tutta la sua preconcetta ostilita’?

Anche in tal caso il figlio di Don Bernardo Mattarella avrebbe mantenuto la consegna di un imperturbabile silenzio?

Dalle chat dei magistrati emerge che all’interno delle correnti della magistratura alligna una concezione non solo consociativa ma anche mafiosa del sistema giustizia. Pensano, davvero, i magistrati che quella della giustizia, infatti, sia una questione privatistica? Gli uffici giudiziari, come “cosa nostra”, sono “cosa loro”?

Il Capo dello stato può rispondere di alto tradimento e attentato alla costituzione che sono reati, si dice, a forma libera. Possono essere commessi cioè non solo per azione ma anche per omissione. La messa in stato di accusa spetta alle camere dove, però nessuno prende l’iniziativa. Sarebbe bene tutto cambiasse: il sistema invece tace affinché tutto resti drammaticamente uguale. In Italia il lockdown sanitario volge alla fine, quello costituzionale perdura. Baciamo le mani

Carmine Ippolito

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