Lo sceriffo doppio pesista

L’io ideale del personaggio è assai distante dall’io reale. Prima dei funerali a Saviano, a Castelvolturno è stato celebrato un matrimonio tra africani. In pieno centro a Napoli bivaccano e si assembrano immigrati. Perché non dichiara anche Napoli zona rossa?

De Luca Vincenzo, si crede sceriffo. La presunzione della mission, rende la vicenda umana del governatore della Campania, da questo stretto punto di vista, commiserevole. L’io ideale del personaggio è assai distante dall’io reale. L’emergenza sanitaria lo esalta in particolar modo. Si direbbe quasi che versa in un trance pandemico. Il lato tragico è che lo sceriffo intende recitare la parte del duro, ma ha solo il talento naturale di un pagliaccio. Le misure di contenimento della diffusione da Corona virus sono in vigore da oltre quaranta giorni. Un tempo pari al triplo di quello di incubazione del patogeno, secondo le linee guida stabilite dalla comunità scientifica. Sul punto, le autorità sanitarie – e quindi anche De Luca – sono tutte d’accordo. Dall’inizio della diffusione della pandemia, sono continuati, infatti, gli sbarchi di extracomunitari su tutto il territorio italiano. I porti ed i confini non sono stati mai chiusi. E gli ingressi illegali sono tuttora consentiti anche su tutto il territorio campano. Agli immigrati, anche se clandestinamente introdottosi sul nostro territorio, viene imposta, infatti, soltanto una quarantena volontaria di quindici giorni e dopo, tecnicamente, sono liberi di fare il cazzo che vogliono. Quando la curva dei contagi era in piena crescita, a Castel volturno è stato anche celebrato un bel matrimonio tra una coppia di africani. Non risulta che, nella circostanza, lo sceriffo De Luca, si sia più di tanto inalberato di fronte alla prodezza di cui si sono resi artefici gli immigrati locali. Come mai, lo sceriffo, nella fase epidemica più critica, quando la curva dei contagi era in vertiginosa crescita, non ha lamentato l’irresponsabilità della copia di africani che, fremendo di desiderio, non avevano inteso rimandare oltre il coronamento del loro sogno d’amore?
Il matrimonio degli africani, a Castelvolturno, meritava indulgenza, e l’esercizio della pietà dei defunti, da parte dei cittadini di Saviano, invece denigrazione ed inflessibilità? La cittadina di Saviano è stata dichiarata da De Luca zona rossa. Sicché adesso ai residenti, senza alcun evidenza scientifica che dal rito funebre sia conseguita la diffusione del contagio, è fatto assoluto divieto di allontanarsi dal territorio comunale: tale misura è stata disposta dallo sceriffo in danno di quel comune nonostante i residenti, allorquando hanno preso parte al rito funebre, fossero già sottoposti, da oltre 40 giorni all’osservanza, delle misure draconiane di contenimento disposte da Governo e regione. Vero è che la curva dei contagi già registrava un consolidato andamento discendente. Uno sceriffo non può tollerare l’affronto. La sede della presidenza regionale – va detto – è ubicata a Napoli. Lo sceriffo, quindi, attraversa quotidianamente il capoluogo per recarsi nei suoi uffici. Al vasto, alla Ferrovia, al Corso Meridionale, a Porta Capuana, gli immigrati bivaccano, si riuniscono, si assembrano sotto gli occhi rassegnati delle Forze di polizia che pure, inutilmente, presidiano l’area in barba alla stipendio che per fortuna ancora percepiscono. Lo sceriffo non vede? Non sa degli assembramenti senza giustificato motivo degliirregolari? I vertici delle forze dell’ordine a lui, che è la massima autorità sanitaria sul territorio regionale, non riferiscono la costante trasgressione delle limitazioni anti epidemiche poste in essere tutti i giorni in pieno centro? Non è che considerano uno sceriffo farlocco? Se invece lo sa, e finge di non saperlo, De Luca non è sceriffo, ma solo un pagliaccio.  Perché lo sceriffo non dichiara anche Napoli e Castelvoltuno zona rossa? Il bivacco che ingrassa il business dell’accoglienza va preservato, ed il senso di umanità, sotteso al gesto legato alla pietà dei defunti, represso? #standandandotuttobenissimo

Carmine Ippolito

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