Facciamo chiarezza su come funzionano le cose negli stati membri UE alla vigilia dell’elettro stangata. Questo è esattamente quello che succede: il gas che arriva via gasdotto da Gazprom, ossia dalla Russia, non è aumentato di prezzo. La guerra Russo Ucraina, le sanzioni economiche, l’assurda condizione di cobelligeranza del nostro paese – con i rincari non c’entrano nulla. L’aumento riguarda una fase di distribuzione successiva a quella della vendita del gas da parte dei paesi produttori; quella nella quale il combustibile viene rivenduto all’ingrosso dagli intermediari. E’ in tale fase che i profitti degli intermediari, negli ultimi mesi, incidono da dieci a quindici volte sul prezzo praticato all’origine dal produttore. Chi compra direttamente da Gazprom, compagnia russa, non paga di più dell’anno scorso. Chi però compra il gas, rivenduto dagli intermediari, lo paga dieci volte di più. La quota di gas, infatti, che è veramente aumentata di prezzo è quella che si vende sul mercato “Ttf” dei derivati – dove arriva quello americano, liquefatto. Questo, però, è solo un decimo circa del totale. E il gas naturale stesso in Texas o Oklahoma è raddoppiato di prezzo, da circa 3 a circa 6$ per Mbtu, giammai decuplicato come in Europa. Il resto, quindi, è speculazione pura che fa leva artificiosamente sulle paventate difficoltà nel conseguimento di stoccaggi che, invece, sono a livelli non molto diversi da quelli degli anni precedenti l’inizio del conflitto e l’arrivo dell’antieconomico gas liquefatto americano sul mercato europeo.
Stiamo assistendo ad una grossolana e perdurante truffa che si realizza in danno delle famiglie e delle imprese italiane. L’artificio regge perché nessuno ha il coraggio della verità per riconoscere il banale fatto che il prezzo gas è lo stesso, ma quello rivenduto all’ingrosso ammonta a dieci volte il prezzo pattutito con i produttori. E nessuno si azzarda a chiedersi chi ci guadagna dai rincari? Giovani Falcone insegnava: segui il danaro e troverai il colpevole. Ponendoci sulle tracce dei profitti risulta agevole individuare che il principale fornitore energetico italiano, ENI, ha chiuso il primo semestre 2022 con un utile da 7,39 miliardi a fronte del singolo miliardo guadagnato nei primi sei mesi del 2021. Una crescita del 600%. L’Eni dai rincari ha certamente guadagnato. Non risulta che dai rincari del Gas la Russia, l’Algeria o il Quatar abbiano decuplicato le entrate. La crescita degli utili da parte dell’ENI costituisce un dato che certifica una verità inconfutabile: la guerra, con gli stratosferici rincari del combustibile e dell’energia elettrica, non c’entra nulla. La crescita degli utili è stata conseguita praticando, alla vendita, come prezzo di riferimento quello del mercato dei derivati in Olanda, detto “TTF”, per il gas liquefatto. Anche se, in realtà, la quantità di gas scambiata su questo mercato dei derivati è molto piccola. Il 90 per cento del gas non viene comprato su questo mercato, ma fornito da Gazprom, Algeria e Qatar agli stessi prezzi, pattuiti tempo fa, con contratti pluriennali. Si tratta di una truffa colossale, punibile a norma di codice penale, configurandosi il reato di manovre speculative su merci, – cd aggiotaggio- reiterato e continuato.

E’ ragionevole ipotizzare, infatti, che c’è chi, in forma stabile ed organizzata, sta utilizzando ad arte il conflitto per speculare sulla pelle e sulle tasche degli italiani. Si tratta di un gioco sporco, che si avvale del silenzio della grande stampa che viene foraggiata dall’ENI con contratti pubblicitari che perseguono, in via principale, lo scopo di accattivarsi la benevola copertura degli operatori dell’informazione. Molte aziende, però, potrebbero, a breve, essere costrette a gettare la spugna o a sospendere la produzione, con ricadute indicibili sulla tenuta dell’economia nazionale. Alla grande truffa fa da contraltare il grande letargo dell’ autorità giudiziaria la cui imperturbabilità, di fronte ad ogni imponente operazione speculativa o finanziaria è ormai divenuta sistemica. Anche grazie al grande letargo della magistratura, rispetto a soli venti anni fa, il funzionamento effettivo del sistema ordinamentale è, di fatto, completamente mutato. La potenza dominante, nella vitsa degli stati, è la finanza speculativa, capace di abrogare la Rule of law – il governo della legge. E con la legge risulta abrogata, di fatto, la base secolare dello stato di diritto e della civiltà occidentale. La democrazia, in regimi di tal fatta, è soltanto una definizione nominale come lo era, ad esempio, per la Germania dell’Est quando, ai tempi della Cortina di ferro, si definiva repubblica “democratica” tedesca.

I parlamenti, infatti, in Europa sono chiamati ad occuparsi solo de minimis, delle quisquilie e non mettono bocca in materia di politica industriale, aiuti alle imprese, tutela del risparmio e, soprattutto, di autonoma protezione del sistema produttivo e dell’ordine economico interno essendo stati commissariati della eurocrazia che è espressione diretta di quelli che frequentano Davos, il world economics forum, ossia della spietata finanza speculativa.
Carmine Ippolito
Sempre più d accordo fammi solo sapere per mera curiosità postideologica per chi voterai a settembre saluti
"Mi piace""Mi piace"
Per quello che può contare l’orientamento personale , votero’ per una delle liste che tra gli obiettivi si prefiggono la fine dell’asservimento agli interessi degli states a mezzo Nato
"Mi piace""Mi piace"