
L’operato del signor Ranieri Guerra costituisce grave turbativa al prestigio dei delicati incarichi istituzionali da quest’ultimo ricoperti.
Ranieri Guerra è il numero due dell’organizzazione mondiale della sanità e membro del comitato tecnico scientifico del governo italiano. Dal 2014 al 2017 è stato direttore del
dipartimento per la prevenzione del ministero della salute ( governi Renzi e Gentiloni).
Nel 2018 è stato chiamato dal direttore generale dell’OMS, l’etiope filocinese Gebreyesus, ad affiancarlo, alla guida della speciale agenzia delle nazioni unite, quale assistant director
general.
L’allora ministro della salute, tale Lorenzin Beatrice, salutò con compiacimento il conferimento del
prestigioso incarico al valoroso funzionario del governo italiano. Tale nomina, a parere di Beatrice, costituiva “un riconoscimento al valore del sistema sanitario nazionale, per il ruolo internazionale e per l’eccellente lavoro svolto dall’Italia insieme all’OMS”.
Tralasciando, per carità di patria, ogni considerazione sul valore del sistema sanitario nazionale, nella encomiabile opera del Ranieri Guerra, allorquando ricopriva l’incarico di
direttore del dipartimento ministeriale per la prevenzione, non può essere certamente
annoverato alcun aggiornamento del piano pandemico nazionale. Peccato si tratti di un programma di non secondaria importanza al punto che proprio l’OMS raccomanda ai governi delle nazioni di aggiornarlo almeno ogni tre
anni. Tale aggiornamento è stato ritenuto insignificante anche dall’attuale governo, in
carica durante lo stato di emergenza pandemico. Vero è che all’aggiornamento del programma neppure il governo Conte risulta avervi ancora provveduto. L’ultimo aggiornamento del programma nazionale di contrasto alla diffusione
delle pandemie di tipo influenzale risale, infatti, al 2006. E ciò nonostante, nel frattempo,
dai mercati e/o dai laboratori cinesi continuassero a promanare infezioni virali tipo sars,
non del tutto dissimili dal contagio che adesso si tenta di contrastare a mezzo radicali e perduranti soppressioni di diritti e libertà fondamentali.
Il dott. Ranieri Guerra, prima di assurgere al soglio sovranazionale dell’OMS per evidenti
meriti conseguiti sul campo, era stato direttore proprio del dipartimento ministeriale preposto, per conto del governo italiano, anche alla rimodulazione ed all’aggiornamento di tale piano antipandemico. L’alto funzionario però, nonostante giammai risulti avere mancato
l’appuntamento con l’incasso di cospicuo stipendio, all’aggiornamento del piano
pandemico nazionale, dal 2014 al 2018 , si guardò bene dal mettere mano.
Divenuto nel frattempo numero due dell’OMS, e componente dello strategico comitato tecnico scientifico per le attività di contrasto alla circolazione del contagio, l’intrepido Ranieri Guerra
non si è distinto per analoga superficialità ed approssimazione: nell’esercizio della
duplice e delicata funzione pubblica, risulta essersi particolarmente distinto per essersi tempestivamente adoperato nell’opera di
insabbiamento di un dossier della stessa OMS parzialmente critico verso il ministero della salute italiano e la gestione della prima ondata della pandemia. Da notizie rivelate da autorevoli fonti giornalistiche( Report Rai 3) si è appreso che il direttore aggiunto dell’OMS, membro del cts, messo al corrente del contenuto di un report finanziato dal governo del Kuwait, sarebbe energicamente intervenuto per ottenerne il ritiro o la manipolazione dei contenuti. Dal rapporto dell’OMS,stando ai desiderata di Guerra, sarebbe dovuto falsamente risultare che il piano
antipandemico del Governo italiano fosse stato aggiornato nel 2016, sebbene invece non fosse mai
stato modificato dal 2006. Dalle notizie di stampa si apprende, invero, che l’alto funzionario dell’OMS abbia fatto pressione sugli estensori del rapporto esigendo
che questi ultimi dessero falsamente atto che il ministero della salute italiano, nel 2016,
avesse effettuato l’adeguamento del piano come raccomandato dall’OMS. A tal fine Ranieri
Guerra risulta avere scritto, all’indirizzo dei redattori del rapporto, mail dai contenuti
perentori. Il dossier, per la cui stesura erano stati elargiti dal governo Kuwaitiano all’OMS
100.000 dollari, doveva servire da bussola comportamentale per le nazioni non ancora travolte dal contagio: fare tesoro dell’esperienza e della reazione dell’Italia, quale primo
grande paese occidentale colpito dalla pandemia, poteva rivelarsi fondamentale per i governi degli stati che ne fossero stati eventualmente investiti in una fase successiva.
Ranieri Guerra non condivideva, evidentemente, tali encomiabili obiettivi. Eppure si trattava di scopi
da perseguire non solo in quanto rientranti nelle finalità dell’OMS, ma anche in quanto conformi agli interessi dello stesso
governo italiano che, dalla consapevolezza critica di errori o ritardi commessi nella prima
fase del contagio, avrebbe potuto trarre tempestivo rimedio, ed affrontare adeguatamente la seconda ondata pandemica già ampiamente prevista. Le pressioni di Ranieri Guerra risultano essere state invece imperative: “dovete correggere subito il testo” – risulta avere scritto nelle mail rivelate nella trasmissione di rai 3 Report – aggiungendo
categoricamente altresì “ non fatemi casino su questo, non possiamo essere suicidi, così non può uscire”.
Quel rapporto in effetti non è uscito. Gli estensori incaricati dall’Oms risultano però avere
resistito alla pressioni del loro assistant director general e non hanno modificato il dossier
che, però, dopo essere stato pubblicato il 13 maggio, il giorno dopo è stato immediatamente ritirato. Tutte le copie cartacee sono sparite, come il misterioso libro “perché guariremo” scritto dal ministro della salute Speranza, e ritirato dalle librerie a distribuzione già avvenuta.
Quesiti finali: 1) l’operato del dott. Ranieri Guerra può considerarsi apprezzabile, scusabile
o suscettibile di ferma riprovazione per infedeltà al mandato ricevuto ed alle delicatissime funzioni dal medesimo tuttora esercitate quale membro dei massimi organismi, interni ed internazionali, deputati a determinare le decisive scelte dei governi in materia sanitaria
nell’attuale contesto operativo particolarmente critico sotto il profilo sanitario? 2) La permanenza del Ranieri Guerra al vertice dell’OMS, e nel Cts del governo italiano, reca o non reca danno al prestigio ed alla credibilità degli organismi istituzionali tra i cui componenti siede una figura proclive alla falsificazione di atti e documenti? 3) nelle condotte del Ranieri Guerra, come ricostruite dalle fonti giornalistiche citate, non risultano
ravvisabili estremi di penale rilevanza, con particolare riferimento ai reati di cui agli artt.
255 cp ( soppressione, falsificazione o sottrazione di atti o documenti concernenti la
sicurezza dello stato) e 264 cp ( infedeltà in affari di stato)? Basti rilevare che la
disposizione prevista dall’art. 255 cp punisce con la reclusione “non inferiore a otto anni” la
soppressione o l’occultamento di documenti concernenti non solo la sicurezza, ma ogni
altro interesse politico, nazionale ed internazionale, dello stato. La soppressione di documenti, elaborati dall’OMS quale agenzia specializzata delle nazioni unite, in quanto rivolti ai governi dei paesi a tale organizzazione aderenti, al fine di individuare i meccanismi di contrasto più efficaci alla diffusione del covid 19, non costituisce una
lesione gravissima alla sicurezza dello stato ed ai suoi interessi politici, interni ed internazionali? A tali quesiti occorre dare una risposta nel presupposto, stando a quanto affermano gli stessi uomini di governo, l’attuale contesto emergenziale viene
assimilato ad un vero e proprio stato di guerra.
Carmine Ippolito