Super sceriffo, pandemia e operetta



Lo sceriffo, dopo essersi occupato di tagli alla spesa sanitaria, è atterrito dal virus. Adesso pretende recludere i campani in regime di massima sicurezza. E non si preoccupa degli extracomunitari a spasso

Nell’operetta ” misure di contrasto al coronavirus” lo sceriffo De Luca si è conquistato un ruolo da protagonista. Lo scenario apocalittico di emergenza sanitaria, cui è esposta la Campania, lo atterrisce. Lo sceriffo, meglio di ogni altro, sa in che condizioni versa la sanità in questa regione: dopo essere stato artefice e compartecipe, dell’operazione di smantellamento a tappeto del sistema sanitario campano, è avvilito dall’idea che un numero non consueto di corregionali possa avere necessità di essere ospedalizzato. Insieme ai suoi accoliti di partito, in questi lunghi anni di governatorato , piuttosto che avere a cuore la salute dei campani, si è occupato di tagli alla spesa sanitaria, iscrivendosi tra i ligi esecutori delle politiche di rigore e austerità che gli eurocrati hanno imposto in danno soprattutto del popolo meridionale. Anche grazie allo sceriffo De Luca, presidi ospedalieri e reparti sono stati chiusi su tutto il territorio regionale. Il personale ospedaliero, cui sono stati imposti turni, ritmi ed orari insostenibili, è stato dimezzato, ed i tagli alla spesa sono stati praticati: sicché anche i tempi per un esame od una visita ambulatoriale costituiscono, per i campani adesso esposti anche al contagio, esperienze diffuse che si pongono in irrimediabile contrasto con ogni sproloquio sulla prevenzione, la tempestiva diagnosi delle malattie ai fini della corretta profilassi dei disturbi patologici. E adesso De Luca, vestendo i panni di super sceriffo antipandemico, pretende recludere tutti in casa, senza termini di scadenza ed in regime di massima sicurezza. Lo sceriffo, gli assessori, i consiglieri regionali i parlamentari amici, anche se il parlamento è chiuso ed il consiglio regionale è fermo per rischio contagio, percepiscono lo stesso laute prebende. Tiene presente, il novello fustigatore dei podisti e dei campani in bicicletta, che se l’epidemia influenzale è immanente, la carestia è imminente? Mentre lo sceriffo impone ai campani la carcerazione domiciliare in regime di massima sicurezza, gli sbarchi di extracomunitari continuano nel frattempo incessanti. Lo sceriffo lo sa? Lui è sceriffo, dovrebbe saperlo. Le attività commerciali e d’impresa sono chiuse, i mezzi pubblici semideserti, le strade deserte: e gli extracomunitari, già normalmente privi di occupazione, allegretti, ubriachi e indisturbati, gironzolano facendola da padrone. Lui, De Luca, è sceriffo, di questo non è informato? Non se ne è avveduto? I centri accoglienza sono superaffollati. Lo sceriffo ha verificato l’incidenza tra i migranti della diffusione del contagio? La circolazione di questi ultimi, dovrebbe chiedersi allo sceriffo, non costituisce alcun pericolo di diffusione del virus? Oppure lo sceriffo dispone di dati scientifici o sperimentali che dimostrano che il sistema immunitario dei “coloured” autodebella il corona virus? Ed ancora, lo sceriffo è in grado di escludere che dalla libera circolazione di costoro, eventualmente asintomatici, ma pure sempre infetti, non ne derivi una esponenziale trasmissione del contagio?
Un giorno, i posteri scriveranno la storia della prima pandemia universale: coloro che, invece, metteranno mano all’operetta non avranno dubbi sulla scelta del primo attore. #andratuttobene
Carmine Ippolito

2 pensieri riguardo “Super sceriffo, pandemia e operetta

  1. Riflessioni saggissime anche se con una sottile vela di razzismo ti faccio notare che la mia compagna che lavora in un dormitorio ove la mattina gli ospiti che vengono cacciati fuori e vagano senza controllo per strada sono per la gran maggioranza senza tetto italiani.saluti

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    1. La mia è un’analisi con i limiti di una visione pur sempre parziale delle questioni. E che va valutata anche in riferimento alle condotte di tutti i senza fissa dimora: categoria di ultimi le cui sorti, ai signori dell’austerity, ed ai loro maggiordomi, non stanno di certo a cuore. Grazie del contributo

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